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Zip: un nome, un gesto, una protagonista della moda

Credit: Lampo Zippers 

 

 

Borse, felpe, stivali, per non parlare di jeans e giubbotti. Non potremmo più farne a meno, anche se tendiamo a maledirla quando si inceppa. La cerniera lampo, o più onomatopeicamente zip, è ormai parte della nostra quotidianità. E come quasi tutte le cose entrate nell’uso comune, non viene da chiedersi: quando è stata inventata? E da chi? Ebbene, la lampo ha origini relativamente recenti: è stato Elias Howe, nel 1851, a mettere a punto una sua antenata, migliorata poi dall’ingegnere americano Whitcomb Judson che ne brevettò nel 1893 una nuova versione, pensata per sostituire le stringhe di scarpe e stivali. La sua adozione definitiva risale al 1937 quando alcuni stilisti francesi introdussero la lampo nei pantaloni da uomo. 

 

Ma il percorso della zip non è stato così lineare. Per la produzione e la commercializzazione di questo prodotto, Whitcomb Judson fondò, insieme a Lewis Walker, la Universal Fastener Company. Il sistema fu poi perfezionato dallo svedese Gideon Sundbäck, a cui intorno agli anni Dieci del 1900, la stessa azienda affidò il compito di migliorare il dispositivo. Si deve a Sundbäck l’idea di fissare la cerniera su due nastri di stoffa per semplificarne l’installazione. Il brevetto per “il fermo separabile” venne registrato nel 1917: era nata la zip, anche se questo nome sarebbe arrivato solo per caso nel 1923 quando la BFGoodrich Company iniziò a produrre degli stivali di gomma dotati di cerniera, gli Zipper Boot. Il loro successo fu tale da rendere la parola “zipper” di uso comune. 

 

Nel frattempo, nel Canton Ticino, M.O. Winterhalter acquistò nel 1923 il brevetto europeo per la lampo e nel 1936 fondò la Riri che oggi conta otto stabilimenti produttivi nel Canton Ticino e in Italia. In Giappone nacque nel 1934 la YKK, la più grande azienda produttrice di cerniere lampo. Ma fu in Italia che la cerniera lampo acquisì un nuovo status, grazie alla stilista Elsa Schiaparelli la prima a utilizzarla senza nasconderla nel tessuto. Oggi le zip non sono più soltanto elementi funzionali; oltre a essere declinate in molteplici varianti di materiali e finiture, sono diventate “materia da plasmare” nelle mani degli stilisti: come Tom Ford, Junya Watanabe che ne ha fatto largo (e creativo uso) per la PE2005 di Comme des Garcons, Nicolas Guesquière che per la PE23 di Louis Vuitton le ha proposte in versione maxi. Ne hanno fatta di strada, da semplici sostitute dei lacci. 

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