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Filiera della moda e transizione sostenibile, il rapporto del Centro Studi Confindustria

 

 

 

Le esportazioni dei beni Bbf (bello e ben fatto) italiani arrivano ovunque. È quanto emerge dal “Rapporto Esportare la Dolce Vita 2023”, focalizzato sul comparto moda/oreficeria, presentato da Tullio Buccellato, economista del Centro Studi Confindustria in occasione dell’iniziativa “Filiera della Moda e transizione sostenibile” promossa dalla Sezione Oreficeria e Gioielleria di Confindustria Toscana Sud. Un’analisi sull’andamento dei beni che rappresentano l’eccellenza italiana con focus sul comparto moda/oreficeria. Per il settore, Usa e Ue restano fondamentali per i volumi, mentre si attesta alto il potenziale degli avanzati asiatici. Analizzando i competitor, sono Cina e Francia i principali concorrenti nelle tipologie di prodotti del Bbf nei paesi avanzati.

 

Presentati anche i dati Sace sull’analisi dei nuovi mercati ad alto potenziale dell’area Asean (Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico), che rappresenta ancora solo l’1,5% dell’export totale italiano, ma che nel 2022 ha superato i livelli prepandemici. Un dato da leggere considerando che tra il 2010 e il 2019 le esportazioni italiane verso tali Paesi sono cresciute a un tasso medio annuo del 7% raggiungendo quota 9,3 miliardi di euro, di cui 1,6 miliardi riguarda i beni Bbf (quasi un quarto composto da alimentari e bevande, seguono gioielleria-oreficeria e pelletteria). Singapore rimane il primo mercato Asean per l’export di Bbf, ma cresce il peso della Malesia, in particolare per la gioielleria e oreficeria, e Thailandia per la pelletteria.

 

Spazio è stato dedicato anche agli obiettivi di sviluppo sostenibile specifici per la moda. Tra questi rientrano il superamento del fast fashion e la promozione di modelli di consumo e di prodotti chrome-free o metal-free, oltre al rispetto delle best practice e delle normative in materia di conflict minerals. L’agenda impone anche di implementare sistemi per lo smaltimento delle acque reflue e, al settore pelletteria e calzature, di contenere la produzione di fanghi, evitare l’approvvigionamento di qualunque specie oggetto di traffico illegale, garantire elevati standard di benessere animale e la tracciabilità della filiera del cuoio. E ancora minimizzare il rilascio di microplastiche e microfibre lungo il ciclo di vita del prodotto durante le fasi di prelavaggio e taglio laser.

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