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Just Fashion Transition 2023: verso una moda più sostenibile

 

 

 

Il presidio ESG (Environmental, Social, Governace) delle aziende europee e italiane migliora ma aumentano di cinque volte i rifiuti esportati dall’Europa verso i Paesi in via di sviluppo e la condizione dei lavoratori a livello globale non migliora. Sono i principali dati dello Studio “Just Fashion Transition 2023” condotto da The European House – Ambrosetti e presentato in occasione del Venice Sustainable Fashion Forum, promosso da Sistema Moda Italia, la stessa The European House – Ambrosetti e Confindustria Veneto Est – Area Metropolitana Venezia Padova Rovigo Treviso.


Un primo punto riguarda la legislazione: ci si chiede se  la pressione normativa, a partire dalla  “EU Textile Strategy” del 2022, che sembra aver incontrato diversi ostacoli, possa accelerare il processo. Anche l’analisi preliminare d’impatto sulla nuova proposta di Regolamento sull’Ecodesign non è incoraggiante. C’è poi il tema dei costi: realizzare un capo sostenibile costa il doppio rispetto a uno tradizionale e anche se può essere rivenduto a un importo quattro volte superiore al costo di produzione, i dati mostrano che la spesa media dei consumatori scende. 


L’atteggiamento dei consumatori non aiuta. Oggi, circa il 30% degli acquisti online viene restituito, nel 70% dei casi per un “cambio di idea”, senza rendersi conto delle ripercussioni: come per esempio il conferimento in discarica di un’ingente quantità di capi “indesiderati”. Vengono in soccorso il riciclo e il riuso: in media, su 35 articoli tessili buttati ogni anno da un cittadino europeo, 3 vengono riciclati e meno di 1 viene riutilizzato nel mercato domestico. Il riuso, a sua volta, consente di evitare fino al 97% delle emissioni di CO2 e di ridurre del 99% il consumo di acqua rispetto al riciclo chimico. Occhi puntati sul mercato del lusso di seconda mano, in rapida crescita (+28% nel 2022).


Infine il ruolo delle aziende, fra traguardi da raggiungere e impegno dichiarato. Una delle sfide principali riguarda la sostenibilità sociale: solo 1,5 milioni di lavoratori sui 75 milioni (meno del 2%) riceve un salario adeguato e dispone di contratti di assunzione formali.  Cresce però l’impegno sul fronte della transizione: tra il 2021 e il 2022, il numero di aziende europee della moda che presidiano la sostenibilità è aumentato del 17%: 71 tra le 100 più grandi si sono già attrezzate per gestire la transizione ma la migliore tra queste soddisfa solo il 70% dei requisiti di maturità dei presidi Esg.

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