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Il punto di vista di un imprenditore della pelle: Andrea Calistri di Sapaf

 

 

“L’Italia è un Paese fondato sull’artigianato”: dai valori basilari della filiera della moda partiamo per raccontare il punto di vista di un imprenditore della pelle “storico” come Andrea Calistri, titolare di Sapaf Atelier 1954 nonché vicepresidente di Assopellettieri.

 

 

Qual è la filosofia aziendale di Sapaf e come vi inserite nel tessuto della filiera italiana? 

 

“Io dico sempre che noi di Sapaf siamo un ‘grande artigiano’, se mi passate il termine, uno con un’esperienza di 70 anni e un’ottima reputazione nel settore. Il nostro fiore all’occhiello è che possiamo fornire un servizio completo all’interno dell’azienda, dall’ufficio stile alla logistica, è tutto seguito con precisione certosina. Non abbiamo mai fatto il grande passo di scegliere di diventare un pezzo di una catena di una grande fornitura, perché filosoficamente non è il nostro obiettivo. In modo indipendente, ci siamo ritagliati un mercato, nonostante le difficoltà e gli ostacoli. Il Made in Italy è un’eccellenza da preservare, e per questo noi crediamo sia basilare valorizzare la manualità, la cultura e la sapienza che tramandano gli artigiani. Questo è il vero lusso”.

 

 

Qual è la vostra esperienza con il ricambio generazionale e la formazione, questione molto dibattuta al momento?

 

“La nostra è positiva. Negli ultimi anni, stiamo vivendo un importante passaggio generazionale in azienda, tra apprendisti che iniziano e artigiani che vanno in pensione, ma sono fiducioso che questa fase sarà ottima anche per il rinnovamento dell’azienda sulla lunga distanza. Abbiamo la fortuna di essere inseriti a livello territoriale (Scandicci e Firenze) vicini a accademie e istituti tecnici del settore pelle, con cui collaboriamo e ai quali proponiamo stage e percorsi formativi in azienda. Sintetizzando un discorso che potrebbe essere molto più lungo, io non sono assolutamente d'accordo con chi dice che i giovani non abbiano voglia di lavorare. I ragazzi sono la vera risorsa del made in Italy. Noi stiamo creando prodotti di altissimo livello con le nuove leve delle nostra azienda, quindi l’affiancamento artigiano esperto/giovane apprendista sta evidentemente funzionando, se no non riusciremmo a mantenere la qualità eccelsa delle nostre borse, non le pare?” 

 

 

Come azienda pellettiera, state già subendo gli effetti dei rincari energetici e dei costi delle materie prime? 

 

“Al momento no. Secondo me, tutta la questione avrà un peso che verificheremo a giugno 2023 perché in questo momento i listini dei prodotti sono già usciti e gli ordini li abbiamo già in casa fino a gennaio/febbraio. Quindi sarà solo allora, con l'apertura della stagione invernale e le fiere di settore, che si capirà come il mercato recepisce tutti gli aumenti. E automaticamente aumenterà anche  il costo della manodopera e il costo del lavoro. Tutta questa massa di rincari rischia di tagliarci un pezzo di mercato”.

 

 

Governo e settore pellettiero: che supporto servirebbe e quali misure si dovrebbero implementare secondo lei per aiutare il mondo del lavoro?

 

“Vorrei che il governo una volta per tutte valutasse attentamente quali sono i settori industriali che producono ricchezza e contribuiscono all’attivo della bilancia commerciale. Settori che impiegano molti addetti come il nostro, ad esempio, sono quelli che più di tutti hanno necessità di cuneo fiscale (e quindi poter alzare gli stipendi ai dipendenti) e che hanno bisogno di abbattere immediatamente i costi energetici. Quindi buona parte del PNR andrà riservato a queste azioni di base, altrimenti non usciamo dalla crisi. Chiaramente, bisogna capire - tramite gli strumenti necessari - come scegliere il tipo di aziende da sostenere, per esempio aiutare le aziende che fanno export e quindi importano valuta pregiata, che impiegano molti dipendenti e quindi danno lavoro alle famiglie italiane. Sostenerle attraverso l'abbattimento dei costi una volta per tutte. Bisogna definire una formula vincente, con una scelta di fiscalità intelligente e con l’abbattimento dei costi energetici offrendo un sostegno vero a coloro che danno lavoro. Secondo me il nuovo governo dovrebbe concentrarsi su questo.”



 

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