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Un'intervista per ripartire: Francesco Sasselli e la difesa del Made in Italy

Prosegue la nostra serie di interviste per provare a immaginare quali scenari economici si prospettano per il mondo della pelletteria: un settore che dà lavoro a centinaia di migliaia di persone e che ha l’obbligo di guardare al futuro con uno sguardo lucido e propositivo.

Ne abbiamo discusso con Francesco Sasselli, titolare di LMT SATURN, azienda fiorentina specializzata nella progettazione e nella produzione di macchinari per la pelletteria.

Come ha reagito LMT Saturn all’emergenza Covid-19 ?

Noi come SATURN abbiamo ancor prima del lock-down fermato la produzione per salvaguardare la salute dei nostri dipendenti, mantenendo però attivo tutto il reparto del post-vendita e delle spedizioni e garantendo ai nostri rivenditori e clienti un servizio efficiente fino al 25 marzo. Il reparto hi-tech per i nostri macchinari Industria 4.0 ha intensificato la sua attività in modo da provvedere anche a un’eventuale mancanza temporanea di supporto da parte dei nostri distributori; inoltre abbiamo assicurato assistenza continua, in modalità smart working, a tutti gli utilizzatori dei nostri macchinari.

La sua azienda si relaziona ogni giorno con varie microsettori della filiera produttiva: può dirci quale è stata la reazione a livello di settore?

Il nostro settore è abituato a crisi più o meno periodiche , anche se non era stata preventivata certamente una pandemia mondiale . Ma andando oltre la tipologia della crisi, la nostra azienda è strutturata per affrontare questo genere di terremoti , mettendosi a disposizione anche per un aiuto concreto per i nostri clienti nel momento della ripartenza . Noi siamo già pronti per affrontare la Fase 2 , sia a livello organizzativo sia a livello di magazzino: vogliamo mettere immediatamente i nostri clienti nella condizione di ripartire. Ovviamente le aziende italiane , in tutti i settori , risentiranno in modo significativo di questo stop , che intaccherà drasticamente e condizioni di ogni singola impresa. Quando ripartiremo dovremo fare gruppo, tenderci la mano gli uni con gli altri per rialzarsi insieme .

Quali step serviranno a ripartire? Cosa si aspetta dal settore, dalle istituzioni e dalle associazioni di categoria?

Questa situazione non ha precedenti , il paese non ha mai affrontato niente di simile , almeno dal Dopoguerra. Il processo di ripartenza dovrà orientarsi innanzitutto pensando all'emergenza sanitaria , poi a quella economica . Dovremo agire per step semplici ma concreti .

Prima le aziende dovranno mettersi nella condizione di far lavorare i propri dipendenti in sicurezza assoluta , poi il governo dovrà tutelare e incentivare la ripartenza partendo dalle piccole e medie imprese ,che sono la colonna vertebrale dell'economia di questo paese . Le associazioni di categoria dovranno studiare un piano uniforme ed esteso a tutti con delle regole di base, dare delle linee guida per evitare che ci siano condizioni differenti tra i vari micro settori della filiera.

 

Si aspetta delle inversioni di tendenza a livello di settore? Alcuni processi di internalizzazione potranno invertirsi?

Il mondo cambierà , non solo nel nostro settore; io spero vivamente che per certi versi si possa tornare un po' alle origini. Siamo un popolo straordinario e abbiamo insegnato molto al mondo intero. Dalla cultura alla scienza , dalla tecnologia all'arte , abbiamo cambiato il mondo con la nostra italianità . È l'unico "contagio" sano e che ci rende orgogliosi di essere italiani . Il nostro intento è sempre stato quello: portare la nostra genialità , la nostra conoscenza , il nostro know-how ovunque . Dobbiamo tutelare il nostro patrimonio territoriale e non rischiare che le conoscenze vengano perdute.

Superata la tempesta, è possibile immaginare un nuovo Made in Italy? 

Non dobbiamo immaginare un nuovo Made in Italy , ma riportarlo alle sue origini . Esattamente com'era alcuni anni fa: un valore aggiunto , una garanzia di qualità, un segno distintivo . Dobbiamo ritornare ad essere invidiati per ciò che costruiamo , perchè solo noi lo facciamo in modo perfetto e unico .

Ci sarà un ritorno alla filiera corta?

Saturn ha sempre mantenuto negli anni una propria identità : il 95% dei nostri prodotti , sono costruiti in Toscana, dei quali più del 75% realizzati da aziende Fiorentine. Le nostre macchine si possono definire a Km ZERO , e questo ci garantisce una qualità fuori dall'ordinario. Avere una filiera corta permette un maggior controllo ed è decisamente un Plus per tutto il sistema produttivo.

Per questo ci siamo promessi che fregieremo con orgoglio tutte le nostre macchine con il nostro tricolore , anche se non sarebbe fuori luogo addirittura produrle con il Giglio... per esser di Firenze ..vanto e gloria.

 

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