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Il Rinascimento della filiera Made in Italy secondo Gruppo Florence

 

 

A fine maggio 2023 il player globale di private equity Permira ha acquisito le quote di maggioranza del Gruppo Florence, il primo polo industriale integrato in Italia con circa trenta eccellenze manifatturiere della filiera del Lusso, fondato nel 2020 e arrivato a fatturare nel 2022 circa 600 milioni di euro.

Abbiamo parlato con Attila Kiss, CEO di Gruppo Florence fin dall’inizio, che ci ha illustrato presente e futuri progetti del colosso manifatturiero.

 

 

Sig. Kiss, qual è l’idea dietro alla fondazione di Gruppo Florence? Vi sareste immaginati di arrivare a questi risultati?

 

«Siamo partiti dalla convinzione di base che l’Italia è il paese prediletto dai luxury brand per sviluppare e produrre, dove ci sono eccellenze in tutti i settori, che si parli di abbigliamento, calzature o pelletteria. Nel frattempo, però, i brand si sono evoluti e, oltre al prodotto, adesso hanno esigenze che prima erano considerate secondarie. I singoli fornitori italiani quindi iniziano a faticare dietro a queste richieste. Il know-how non basta più: c’è bisogno di mettere a punto dei processi produttivi, accorciare il lead time, le certificazioni per i requisiti ambientali e così via. Poi c’è la questione primaria della formazione e della scarsità nel ricambio generazionale della manodopera. Quindi, analizzate queste criticità, abbiamo pensato che l’aggregazione di più aziende con l’aggiunta di una managerialità di un certo livello, potesse rispondere al meglio a tutte queste esigenze. Se ci eravamo immaginati di crescere così? 

Certo, volevamo raggiungere una certa dimensione per poter fare investimenti ma non sapevamo in quanto tempo ci saremmo riusciti. Avevamo bisogno di raggiungere una massa critica per organizzarci al meglio e creare una sinergia tra le aziende stesse. Aver raggiunto questo livello di sviluppo in due anni e mezzo ci permette di pensare in grande con l’obiettivo di fornire al cliente dei servizi che abbiano un reale valore aggiunto».

 

Qual è stato il percorso che vi ha portati fino alla dimensione attuale?

 

«Siamo partiti con le prime tre aziende di maglieria che si sono incontrate e hanno condiviso il progetto credendo in noi (Giuntini, Ciemmeci e Mely’s Maglieria - nda) affiancate da tre investitori importanti, con grande competenza nel settore delle PMI con peculiarità diverse tra di sé: Italmobiliare con grande esperienza nell’ESG, VAM Investments con Francesco Trapani, imprenditore di lungo corso che conosce il Lusso e, infine, il Fondo Italiano di Investimento che ha messo un timbro strategico sul progetto per la valorizzazione della filiera. In Gruppo Florence ogni imprenditore continua a gestire l’azienda di origine ma in parallelo offriamo una serie di strumenti utili alle imprese per potenziarle e poter gestire le nuove sfide del mercato». 

 

Come siete riusciti a far coesistere le tante personalità, individualiste per definizione, dei vostri imprenditori? Come avviene lo scouting delle possibile nuove aziende da aggregare?

 

«La coesistenza di queste personalità è il punto cruciale del nostro progetto. Fin dall’inizio, abbiamo creato una struttura di governance in cui tutti gli imprenditori cedono il 100% del controllo della propria azienda al Gruppo e, contemporaneamente, acquisiscono una quota di Gruppo Florence, diventandone azionisti di minoranza. È una caratteristica che ci contraddistingue da qualsiasi altra iniziativa di aggregazione che vedo in giro: il fatto di mettere in comune l’interesse degli imprenditori è stato importante perché sono diventati soci tra di loro. Abbiamo avuto la fortuna che i nostri primissimi imprenditori hanno riposto subito tantissima fiducia nel progetto con coraggio e lungimiranza. A loro si sono aggiunti anche gli investitori, perciò si è creato un entusiasmo incredibile anche nelle relazioni interne, che trascina tutti, compresi i nuovi arrivati. Questo fervore da solo però non basta, perciò abbiamo inserito un team manageriale di persone provenienti dal settore moda che ci arricchisce di competenze importanti. Per lo scouting delle aziende ci avvaliamo della collaborazione di diversi advisor. Siamo specializzati nell’aggregare realtà che funzionano già molto bene. Non siamo interessati a salvare aziende non sane. I profili che cerchiamo devono avere un portafoglio clienti e una tipologia di prodotto che si inserisca strategicamente nei nostri servizi. Oggi in molti hanno compreso il nostro progetto industriale, per cui sono molte le aziende che vorrebbero entrare nel Gruppo». 

 

Arriviamo quindi all’entrata in scena di Permira: perché un nuovo socio di maggioranza?

 

«In generale, un partner finanziario fornisce il supporto per crescere ulteriormente e per poter cogliere opportunità importanti. La finanza è fondamentale per accompagnare una strategia industriale. E noi siamo ambiziosi: abbiamo tanto da offrire ai brand con servizi che stiamo ancora sviluppando e abbiamo aperto le business unit di calzatura e pelletteria che sono a buon punto, ma hanno bisogno di crescere. Ci sono sempre nuove sfide e vogliamo essere in prima fila. Un partner come Permira ci rafforza notevolmente e si avvale di un team con una grande esperienza nel settore, basti pensare a operazioni importanti come quelle di Valentino, Hugo Boss e Golden Goose. Questo passaggio non era pianificato, un matrimonio nato forse in anticipo rispetto ai nostri piani ma che ci dà grande valore aggiunto per risorse, conoscenze e professionalità».

 

Last but not least, quali sono i progetti di Gruppo Florence in ambito della formazione?

 

«La formazione, come detto, è un argomento per noi primario, quindi abbiamo messo a punto più progetti. Uno si chiama “ACADEMIA Diffusa” che riguarda direttamente le nostre aziende. Si tratta di corsi intensivi specializzati della durata di circa quattro mesi che si svolgono all’interno delle nostre strutture, aperti a tutti e finalizzati all’assunzione. Un altro progetto, più ad ampio respiro ed ambizioso, è “Mani della Moda” e coinvolge direttamente le scuole superiori professionali. Ogni azienda di Gruppo Florence ha nei piani l’adozione di una o più scuole con investimenti mirati per mettere a loro disposizione strumenti, materiali e stage remunerati per i diplomandi. Attualmente abbiamo adottato dodici scuole ma, il nostro obiettivo è di arrivare almeno a una cinquantina di istituti su tutto il territorio nazionale. Gli investimenti fatti sono propedeutici alla divulgazione capillare dei mestieri della moda da parte delle stesse scuole professionali all’interno delle scuole medie delle loro province e poter raggiungere così anche i giovanissimi. Infine, abbiamo il piano formativo che riguarda la seconda generazione delle nostre aziende che sono tutte a conduzione familiare. Per noi gestire, dove sarà possibile, il passaggio generazionale di queste realtà e garantire la continuità è un valore per tutti, compresi i dipendenti. Abbiamo il compito di aiutare le seconde generazioni a formarsi, non solo presso i propri genitori, ma anche con un percorso accademico oppure tramite esperienze di lavoro trasversali presso altre aziende di Gruppo Florence».