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BASF Italia, la chimica per ripartire

L&L ha interpellato BASF Italia, divisione nostrana di una delle multinazionali della chimica più grandi del mondo. Tra ricerca e strategie per ripartire al meglio dopo la pandemia.

Quali strategie ha attuato BASF per ripartire in sicurezza ed efficacia dopo la pandemia?

«Per tutta la durata dell’emergenza Covid-19, BASF Italia è rimasta operativa. Ha garantito la sicurezza di collaboratori, clienti e comunità attraverso una serie di misure straordinarie, oltre ad aver mantenuto attiva la produzione. Non soltanto per salvaguardare il proprio business ma, soprattutto, perché pienamente consapevole di produrre soluzioni che alimentano le filiere essenziali del Paese. Calzature per il personale sanitario, mascherine, guanti, farmaci, disinfettanti, respiratori ma anche letti e cuscini, per non parlare di cibo e bevande o strumenti tecnologici: sono tutti oggetti e beni che, senza l’apporto della chimica non avrebbero potuto essere prodotti, né resi disponibili in quantità elevate e ad un prezzo equo».

Ecosostenibilità e il settore calzaturiero: quali soluzioni innovative propone l'azienda?

«L’innovazione è parte del nostro DNA. Pensiamo, in particolare, ai sistemi poliuretanici sostenibili per la calzatura e alle nuove applicazioni di Infinergy®. Rilevanti anche i nuovi prodotti a base TPU: Haptex per la rifinitura della finta pelle senza solventi e Freeflex, un filato senza solventi, oltre alle soluzioni di BASF Printing Solutions per la stampa 3D di suole e calzature. Ultimo, ma non certo per importanza, Limitless: un concept virtuale di calzatura di sicurezza, interamente realizzata con materiali innovativi, sostenibili e altamente performanti».

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