Leather & Luxury 23 - LINEAPELLE

L a pelletteria post pandemia, come ripartire? «Siamo ripartiti? Direi di no. Le aziende adesso stanno producendo i vecchi ordini mentre, sulle nuove collezioni, c’è ancora incertezza soprattutto per quanto riguarda la pelletteria e l’abbigliamento. È un momento difficile in cui anche i brand hanno difficoltà a programmare a causa di grosse perdite. L’evoluzione delle chiusure nel mondo a partire dalla Cina, ha trascinato con sé un effetto Domino di problemi come il blocco del turismo (che da solo vale il 30% del fatturato del Lusso) e la chiusura dei negozi. Sono comunque fiducioso perché il mondo non si può fermare, ma dovrà adattarsi a nuove formule commerciali, di prodotto e di filiera. Il Lusso ripartirà ma ci vorrà qualche anno per perfezionare questa transizione». La sfida dell’ecosostenibilità come si inserisce in questo contesto? «Era un tema fondamentale anche prima del Covid-19. Mi auguro che non sia solo marketing ma una vera presa di coscienza da parte di tutti gli attori del mercato. Faccio un esempio. Si parla tanto di economia circolare ma, negli ultimi due anni, gli scarti di pelle della pelletteria sono aumentati. Ciò significa che ancora manca una reale sensibilità sul tema. Chi compra prodotti inpelle sa chequestahadellecaratteristichenaturali chevannoaccettate come tali. Invece, gli scarti aumentano perché si pretende il prodotto senza difetti e ciò comporta un incremento di costi di lavorazione e smaltimento. È una questione di equilibri e il post pandemia aiuterà specialmente le nuove generazioni a rispettare realmente le esigenze dell’ambiente». Digital e web: modalità di lavoro innovative e nuove opportunità di mercato oppure no? «Non si torna indietro dallo smart working, anzi. Si andrà avanti, il futuro è questo. Si tratta di un modo di lavorare con cui si possono abbattere tanti tempi morti restando fermi alla propria postazione anche all’interno dell’azienda. Tutto ciò porta in dote costi, tempi e spazi ottimizzati. In calce a questa intervista vorrei aggiungere che spero che sia compresa da tutti gli addetti del settore moda che da ora in poi ci sarà la necessità di gestire diversamente le imprese, rafforzandone il controllo patrimoniale, finanziario e operativo. Si deve tornare a investire nell’affidabilità delle aziende in modo da tutelare l’intero sistema». P ost-pandemic leather goods, how do we start again? «Have we restarted? I don’t think so. Companies are now producing their old orders while, as for the new collections, there is still uncertainty, especially regarding leather goods and apparel. It’s a difficult time when even brands are having difficulty planning because of big losses. The evolution of closures globally, starting from China, has caused a Domino effect of problems such as the tourism block (which alone is worth 30% of the Luxury turnover) and the closure of stores. However, I am confident because the world cannot be stopped, but will have to adapt to new commercial, product and supply chain formulas. Luxury will start again, but it will take a few years to perfect this transition». How does the challenge of eco- sustainability fit into this context? «It was a fundamental theme even before Covid-19. I hope it is not just marketing but a real awareness on behalf of all market players. Let me give you an example. There’s a lot of talk about circular economy but, in the last two years, leather goods waste has increased. This means that there is still a lack of true sensitivity on the subject. People who buy leather products know that this has natural characteristics that must be accepted as such. On the other hand, waste increases because the product is claimed to be flawless and this leads to increased processing and disposal costs. It’s a question of balance and the post-pandemic period will especially help the new generations to truly respect the needs of the environment». Digitization and web: innovative ways of working and new market opportunities or not? «There is no going back from remote working, on the contrary. We will move forward; this is the future. It’s a way of working that can reduce many downtimes by staying at your station even within the company. All of this means optimised costs, time, and spaces. At the end of this interview, I would like to add that I hope that all those working in the fashion industry understand that from now on there will be a need to manage companies differently, strengthening the control of their assets, finances, and operations. We must return to investing in the reliability of companies to protect the entire system». ADATTARSI AL CAMBIAMENTO PERRIPARTIRE VERAMENTE ADAPTINGTO CHANGE TOTRULY STARTAGAIN FRANCO BACCANI PRESIDENTE COMITATO LOTTA ALLA CONTRAFFAZIONE, CAMERA DI COMMERCIO FIRENZE PRESIDENT OF THE COMMITTEE AGAINST COUNTERFEITING, FLORENCE CHAMBER OF COMMERCE 42

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