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Autori di stile: il peso del direttore creativo per un brand

 

 

 

Uno degli ultimi è stato l’addio di Alessandro Michele a Gucci, che ha scatenato mesi di dibattiti e commenti. Perché il direttore creativo (in particolare uno di ‘spessore’ come Alessandro Michele) è l’anima di un brand; la figura che ne incarna lo stile e la visione, capace di avvicinarlo al proprio target o attrarne di nuovi. E capita, soprattutto quando il business cerca di interferire troppo con lo spirito creativo, che si creino fratture insanabili. Basti pensare a Tom Ford nel 2004 con lo stesso Gucci: a quasi vent’anni di distanza ancora se ne parla.

 

La creatività e il talento non sono facilmente sostituibili, soprattutto quando devono farsi interpreti e portavoce di nomi-icona del mondo della moda. E non sempre i cambi di stile sono ben accettati dal pubblico. Proprio in casa Gucci si attende con ansia la prima collezione dopo il passaggio di testimone a Sabato De Sarno il cui debutto è atteso per settembre 2023. Anche perché le fasi di transizione storicamente non fanno bene alle vendite: vedi anche Ferragamo e Burberry che hanno da poco cambiato stilista.

 

La casa di moda nata a Firenze è infatti in pieno rebranding: dal logo è scomparso il nome del fondatore, con la trasformazione in Ferragamo, mentre la direzione creativa è passata dalle mani di Paul Andrew a quelle Maximilian Davis. Dallo scorso settembre, Daniel Lee ha invece sostituito Riccardo Tisci alla direzione creativa Burberry, suscitando reazioni tiepide alla sua prima uscita. Ricordiamo anche il lungamente meditato passaggio da John Galliano (che ha lasciato nel 2011) a Raf Simons alla guida di Dior, intervallato da un anno di transizione con l’assistente stilista Bill Gaytten.

 

 

 

 

 

Proprio Raf Simons lo scorso novembre ha annunciato la chiusura del proprio brand eponimo. Forse, ha ipotizzato qualcuno, per dedicarsi in maniera esclusiva a Prada, al momento codiretta con  Miuccia Prada. E poi c’è Louis Vuitton che ha avuto bisogno di tempo per superare l’inaspettato addio di Virgil Abloh, scomparso a novembre 2021 a soli 41 anni lasciando un vuoto incolmabile nel panorama creativo. La sua eredità passerà, a sorpresa, nelle mani di Pharell Williams, nuovo direttore creativo dell'abbigliamento maschile di LV.

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