Dopo un paio di Fashion Week nelle quali il massimalismo ha regnato supremo e i trucchi per diventare virali sui social network hanno preso il sopravvento rispetto alle collezioni, per la stagione Fall-Winter 2023-24 la maggior parte dei grandi brand sembra aver optato per un lusso tranquillo e sottilmente evocativo, i cui hashtag sono sartorialità, heritage e qualità dei materiali.
Anche se - ovviamente - i momenti instagrammabili e gli ospiti speciali del K-Pop non sono mancati, le passerelle del prossimo inverno hanno evidenziato un gradito rallentamento, un ritorno a ciò che è essenziale nella moda: disegnare abiti favolosi. Alla ricerca di nuovi codici identitari, i direttori creativi delle griffe (alcuni alla prima collezione come Daniel Lee da Burberry) hanno avuto modo di scavare fino al nucleo del loro estro creativo e esplorare con gusto gli archivi dei marchi storici che rappresentano: in questa chiave si possono leggere le svariate autocitazioni di capi iconici da Chanel, Gucci, Saint Laurent, Valentino, Givenchy.
Le fashion week conclusesi da poco hanno mostrato una ricerca di pulizia ed essenzialità, elevando il vestire quotidiano tramite il sapiente utilizzo di materiali come pelle, cashmere, lane e cotoni pregiati, dal power dressing di Fendi (con deliziosi abbinamenti maglieria) all’artigianalità romantica di Bottega Veneta e Tod’s, dalle uniformi ladylike di Prada (con tanto di abito duvet!) alle sciurette nerd di Miu Miu. Persino il surrealismo stralunato di Jonathan Anderson da Loewe stavolta è apparso molto ridimensionato e semplificato. In ogni caso, non sono mancati i momenti clickbait: in passerella da Coperni i “cani robot” di Boston Dynamics (i cui video sono da anni tra i più visti su YouTube), lo stage diving rock ‘n’ roll da Sunnei e gli abiti fotocromatici proposti da Anrealage che hanno rivelato pattern e colori con l’esposizione ai raggi UV.
