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LA MODA DOPO IL COVID: scenari e idee per la ripartenza

Usciamo da un anno di “ibernazione”, in cui sia i brand che la filiera italiana del lusso hanno avuto il tempo di riflettere ma anche di ripensarsi. La prima buona notizia è che il comparto “abbigliamento e accessori” è tra quelli da cui ci si una ripresa relativamente rapida. La seconda buona notizia è che il lavoro silenzioso dei mesi passati si sta rivelando un’opportunità per le aziende che sapranno continuare a trasformarsi e adeguarsi ad un modello di mercato che è nettamente diverso rispetto a quello a cui eravamo abituati.
 
Sono sei le direttrici secondo cui questo percorso di trasformazione deve proseguire:
 
1. FOCALIZZAZIONE: i brand, per primi, ripensano le collezioni in ottica di razionalizzazione (meno varietà) e di capsules mirate. Ugualmente, risulteranno vincenti i terzisti e i fornitori che si proporranno con un offerta non solo eccellente ma anche chiara; ovvero quelle aziende che valorizzano i propri punti di forza e sono consapevoli delle proprie debolezze, presentandosi con un’identità chiara e in continuo miglioramento;
 
2. SERVIZIO: se i brand razionalizzano le proprie strutture organizzative, selezionando le competenze da tenere in house, avranno ancora più bisogno di partner di filiera che mettano a disposizione competenze specifiche, capacità creativa e di sviluppo, velocità e affidabilità. La complessità maggiore sarà quella di lavorare con brand/designer emergenti, meno preparati e con volumi più piccoli rispetto ai grandi clienti consolidati;
 
 
3. DIGITALIZZAZIONE concreta e operativa: condivisione delle informazioni, flessibilità e semplificazione. Condividere le informazioni tramite strumenti digitali, digitalizzare il prodotto, pianificare le attività con il supporto delle nuove tecnologie saranno sempre più elementi essenziali, senza i quali anche le aziende manifatturiere e gli artigiani rischiano di rimanere fuori dal mercato;
 
4. INTERNAZIONALIZZAZIONE che vada oltre i rapporti consolidati con i grandi gruppi esteri. Occorre trovare nuove strade per diffondere il saper fare a livello globale, raggiungendo i giovani designer e i brand emergenti e proponendo un supporto di esperienza a 360 gradi. Perché oggi è facile creare un brand, ma è altrettanto facile bruciarlo; appoggiarsi a fornitori affidabile può rappresentare una protezione da passi falsi;
 
5. AGGREGAZIONE: attraversare una crisi così diffusa abbiamo scoperto che collaborare, spesso, ci rende più forti che competere. E’ il momento per costruire alleanze, consorzi, forme aggregative con obiettivi che vadano oltre l’emergenza e che puntino a valorizzare la filiera italiana, a farla crescere, a presentarsi ai clienti con la forza di un sistema unito e integrato;
 
6. SOSTENIBILITÀ, valore intrinseco del bello fatto bene. I produttori italiani – grazie agli sforzi fatti negli anni sia dai singoli che attraverso le associazioni – sono molto avanti nel percorso di sostenibilità nelle sue tre dimensioni (Planet, People, Profit). Ora più che mai, deve diventare un fattore di successo e di ripresa.
 
"Si concluderà un periodo di “ibernazione”, che,  se avremo vissuto come un’opportunità, ci renderà più solidi"
 

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