David Rulli

Scandicci e il boom del distretto della pelle: le due facce della medaglia

Scandicci e il boom del distretto della pelle: le due facce della medaglia

Abbiamo fatto il consueto punto della situazione con David Rulli, Presidente della sezione Pelletteria di Confindustria Firenze.

Quali sono i fattori che hanno determinato il recente boom delle presenza dei brand nel distretto di Scandicci?

«Gli spazi per costruire nuovi stabilimenti e ristrutturare vecchie realtà dismesse, il supporto dell’amministrazione comunale, la crescita e/o l’arrivo anche di produttori di accessori metallici, di produttori e rivenditori di macchinari, la vicinanza della Fi-Pi-Li, che consente di raggiungere Santa Croce, sede di molte delle più importanti concerie italiane; la vicinanza di altri storici poli produttivi, quali i comuni di Pontassieve, Rufina, Bagno a Ripoli e Rignano Sull’Arno. Tutto ciò, unito alla determinazione dei nostri imprenditori, alla capacità di innovarsi nel lavoro, ha determinato l’affermarsi di imprese con qualità produttiva di standard elevato ed ha convinto i brand a creare sedi sul territorio, per poter essere vicino a queste realtà».

Quale sarà la prossima evoluzione del distretto?

«La politica di insourcing che stanno attuando molti brand preoccupa tutti noi piccoli imprenditori. Oltre questo, i margini delle nostre imprese sono sempre più ridotti, sia perché l’innovazione tecnologica richiede sempre maggiori investimenti, sia perché il mercato del lavoro è “falsato” proprio dai brand: anche a parità di stipendio, i contratti di secondo livello che loro possono offrire sono di gran lunga superiori a quanto ci possiamo permettere nella filiera. Occorrerebbe una politica industriale di settore e di territorio, in accordo con i brand, che faccia sì che il costo orario riconosciuto alle PMI sia congruo con l’effettivo esborso necessario per pagare una manodopera sempre più specializzata ed una tecnologia sempre più spinta».

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