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Torna MIPEL Lab, il salone dedicato al sourcing di pelletteria italiana: lo raccontano i suoi protagonisti

 

 

 

Dal 21 al 23 febbraio torna a FieraMilano-Rho, all’interno della kermesse Lineapelle, MIPEL Lab, il salone espositivo ideato per far incontrare i brand internazionali con l’eccellenza dei produttori italiani di pelletteria, giunto ormai alla sua quarta edizione e nato dalla collaborazione tra Assopellettieri e Lineapelle. Un appuntamento unico, il punto d’incontro tra domanda e offerta del meglio della produzione italiana di pelletteria. 

 

Per raccontarlo al meglio abbiamo ascoltato la voce di Franco Gabbrielli – Presidente Assopellettieri e di alcuni dei protagonisti che hanno creduto nel progetto fin dall’inizio: Anton Magnani, CEO BMB – Manifattura Borse e Stefano Giacomelli, AD Tivoli Group.

 

Parlando di MIPEL Lab: un progetto sfidante e ambizioso, ideato in un momento e un contesto storico difficoltoso a causa anche dell’emergenza sanitaria globale. Assopellettieri però, così come le aziende intervistate, ha creduto fin da subito nella riuscita.

 

Franco Gabbrielli, Presidente Assopellettieri, descrive così l’iniziativa «Mipel Lab è uno dei progetti messi in atto durante la mia presidenza e ne vado fiero. Nasce per aprire uno spaccato sulle realtà della produzione pellettiera che sono delle vere e proprie eccellenze del nostro settore. Abbiamo quindi dedicato loro uno spazio fisico e virtuale all’interno di Lineapelle dove il visitatore -e quindi il brand o il designer, possa trovare l’eccellenza dei produttori di pelletteria che offrano servizi garantiti e di qualità” e aggiunge “La selezione delle aziende partecipanti è rigorosa, con imprese di primo livello, in grado di sviluppare tutto il processo produttivo a partire dal prototipo. In totale, Mipel Lab conta quattordici aziende di livello eccezionale». 

 

Rivolgendoci alle aziende partecipanti: Cosa vi spinge a partecipare? Quale ritenete essere il valore aggiunto? 

 

Anton Magnani, CEO BMB – Manifattura Borse ha così commentato: «Crediamo in Mipel Lab e per questo riteniamo importante dare il nostro contributo al progetto di rendere noto al mondo della moda il valore della pelletteria italiana, una pelletteria di eccellenze, moderna e strutturata. Il valore aggiunto del progetto è, secondo me, quello di dare visibilità alla filiera e raggiungere una platea internazionale di brand e operatori del settore per creare opportunità».

 

Anche Stefano Giacomelli, AD Tivoli Group sostiene il progetto e lo ritiene essere una grande opportunità per il mercato: «Penso sia un’iniziativa molto importante per il settore che, come Tivoli Group e come Consiglio Generale di Assopellettieri, abbiamo fortemente voluto e sostenuto. Rappresenta un’opportunità per allargare il mercato, proponendo i nostri servizi e il nostro savoir-faire a brand che ancora non si affidano a realtà italiane. Noi offriamo loro le capacità, la creatività, la tecnologia e l’expertise di aziende competenti, certificate e finanziariamente sane, che possono porsi come “one-stop” Vendor e fornire non solo la produzione ma un servizio a 360°. Mipel Lab è anche uno strumento per rafforzare il ruolo e l’immagine dell'Italia nel sourcing di pelletteria di qualità. ».

 

Veniamo ora alla prossima edizione, che come anticipato, si svolgerà dal 21 al 23 febbraio nel quartiere espositivo di FieraMilano-Rho, abbiamo chiesto ai protagonisti dell’iniziativa cosa si aspettano da questo e dai prossimi appuntamenti

 

Le aspettative di Anton Magnani si rivolgono ad un ampliamento del format oramai definito e ben oliato «Mi aspetto esattamente la valorizzazione della filiera produttiva ma, possibilmente, attraendo un numero sempre maggiore di partecipanti a MIPEL Lab per dare ampiezza e profondità al suo messaggio. Mi sembra che la formula sia già ben definita e penso sia utile una maggiore partecipazione. Credo sia importante focalizzare l’attenzione dell’associazione su questo aspetto, oltre ad enfatizzare la modernità a cui vogliamo tendere attraverso presentazioni dai contenuti tecnologici».

 

Stefano Giacomelli nel futuro di MIPEL Lab vede invece qualità dei contatti e dei visitatori:  

 

«Edizione dopo edizione, abbiamo registrato una crescita nella quantità ma soprattutto nella qualità dei contatti e dei visitatori, quindi auspichiamo che questo trend continui. La formula ha una base consolidata, che funziona e che completa Lineapelle. I visitatori, i brand ed i designer stranieri che vengono in Italia per sviluppare e produrre spesso temono di trovare solo aziende piccole e con le quali è difficile operare. Grazie al progetto MIPEL Lab, trovano invece realtà come Tivoli che rappresentano il partner con qualificate competenze e capacità artigianali, ma allo stesso tempo solide e strutturate, che li può affiancare nella progettazione e nella produzione delle loro collezioni di pelletteria senza doversi strutturare internamente. ».

 

La visione di Assopellettieri per l’evoluzione del progetto è ben chiara, Franco Gabbrielli sottolinea come MIPEL Lab abbia  un ampio margine di miglioramento grazie anche alla sinergia inedita, ma importante, che si è venuta a creare tra le aziende partecipanti e che ha trasformato i singoli in una community molto affiatata. “Per il futuro, il nostro obiettivo sarebbe quello di seguire Lineapelle in tutte le trasferte che farà e inoltre stiamo valutando di essere presenti anche in nuovi mercati nei quali i brand hanno necessità di introdursi e produrre, come Cina e Stati Uniti. MIPEL Lab è sinonimo di eccellenza estrema, la commissione di selezione prende in esame parametri ben precisi: produzione, fatturato, certificazioni

 

Quindi, Mipel Lab si pone come occasione unica di incontro tra domande e offerta dell’eccellenza della produzione italiana di pelletteria. A questo proposito, sappiamo che storicamente il termine “Made in Italy” è sinonimo di “bello e ben fatto” soprattutto quando si fa riferimento a borse ed accessori. Ma cosa significa “Made in Italy” oggi? E come viene tutelato?

 

Per Anton Magnani il termine significa, appunto, alta qualità e saper fare oltre che ingegno creativo. “Le varie filiere manifatturiere vanno tutelate. Nel caso della pelletteria, al momento sono necessarie soprattutto modernizzazione tecnologica, digitalizzazione e ricambio generazionale attirando i giovani per perpetuare il nostro saper fare. Superare la pura vocazione artigiana per creare realtà più solide, aggregate e con superiore capacità d’investimento» ci spiega.

 

Stefano Giacomelli, è dello stesso avviso e crede che al Made in Italy e al settore della pelletteria serva innanzitutto manodopera qualificata e specializzata, soprattutto in uno scenario in cui, secondo un'indagine di Confindustria Moda, nei prossimi cinque anni, circa diecimila lavoratori saranno in procinto di pensionamento. “È necessario investire in formazione tecnica” afferma.

 

Secondo il Presidente di Assopellettieri «Il “Made in Italy” è sempre più una garanzia di qualità e nella pelletteria rappresenta un’eccellenza dove tutti i brand stanno arrivando a produrre in Italia” continua il suo pensiero poi, affermando che “il “Made in Italy” va trattato come un brand del lusso e quindi deve rispondere ai soliti parametri di eccellenza che li definiscono: avere degli standard di sostenibilità, aziende in regola con le certificazioni, formazione, aggiornamento tecnologico e così via. Stiamo andando nella giusta direzione, questo ci rafforzerà ancora di più. Assopellettieri, in particolare, dovrà contribuire investendo molte risorse soprattutto in formazione sia dal punto di vista della manodopera specializzata che da quello dell’imprenditoria. Questa è la vera sfida per il nostro futuro».

 

 

Appuntamento, dunque, alla prossima edizione di MIPEL Lab dal 21 al 23 febbraio per scoprire tutte le peculiarità e le novità delle aziende produttrici partecipanti.

 

 

 

www.mipel.com

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