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Pelletteria, terzo trimestre in frenata: si teme un azzeramento a consuntivo

Claudia Sequi

 

 

 

Dopo un inizio anno positivo, con incrementi a doppia cifra, il terzo trimestre del 2023 è stato ostico per il settore pelletteria. Secondo il report del Centro Studi Confindustria moda per Assopellettieri, le esportazioni, dopo un +11,7% nei primi tre mesi del 2023, hanno visto annullare la crescita nel secondo (+0,3%) per poi registrare un arretramento nella terza frazione (-5,4%). Il cumulato dei primi 9 mesi segna così un timido +2,2% e si teme un azzeramento a consuntivo. L’obiettivo, ora, è confermare i livelli 2022, con la speranza di una ripartenza dalla seconda metà del 2024.

 

Come per gli altri settori italiani della Moda, si è interrotto il rimbalzo post-pandemia, complici l’acuirsi delle tensioni geopolitiche, il raffreddamento del ciclo economico in molte aree del pianeta e la stagnazione della domanda interna (+0,6% in spesa per il commercio al dettaglio). L’andamento favorevole del turismo in Italia ha permesso invece un consolidamento dello shopping degli stranieri: +15,9% su gennaio-settembre 2022 nella spesa complessiva secondo Banca d’Italia.

 

Tra i mercati oltreconfine, crollano i flussi verso la Svizzera (-42,5% in valore), tradizionale hub logistico delle grandi griffe, per le diverse politiche di distribuzione a favore di invii diretti nelle destinazioni finali. In flessione anche Sud Corea e Canada (entrambi -10,2%). Bene invece la Francia (+21,3%) e il Far East (+17,4%, con un +40,3% della Cina). Rimbalzo in Russia e Ucraina (ma flussi ancora inferiori a quelli pre-guerra) e +36,2% negli Emirati Arabi. Limitato al +6% l’incremento delle vendite negli USA, che nel terzo trimestre hanno subìto una contrazione del -5,3%.

 

Da gennaio a settembre sono stati esportati beni di pelletteria per 8,39 miliardi di euro (+178,5 milioni su gennaio-settembre 2022), per 53,1 milioni di kg (+4,8%). Le borse si confermano la voce principale (5,92 miliardi di euro; il 70% delle esportazioni globali), con +7,3% in valore e -1% nei kg. Al secondo posto per valore esportato, la piccola pelletteria, scesa del -11,9% a 1,18 miliardi di euro, che precede le cinture (-17,3%). 

 

Evidenze del rallentamento congiunturale emergono anche dall’indagine trimestrale condotta da Confindustria Moda tra gli associati di Assopellettieri, associazione guidata dalla presidente Claudia Sequi. Il fatturato, nel campione intervistato, evidenzia in media un +2,5% su gennaio-settembre 2022 (inferiore alle dinamiche inflattive dell’anno) ma preoccupa il calo nell’indice Istat della produzione industriale (-12,3%), chiara indicazione di come i dati, debolmente positivi in valore, nascondano arretramenti nelle quantità. 

 

Relativamente alle aziende, le cifre di Infocamere sulla nati-mortalità registrano a fine settembre un calo piuttosto limitato (-1,3% su dicembre 2022), corrispondente a 64 unità in meno. Solo Lombardia (+12) e Abruzzo (+1) risultano in controtendenza, con leggeri aumenti. Le altre evidenziano diminuzioni, con -24 pelletterie in Toscana, dove ha sede quasi la metà degli insediamenti produttivi, -13 in Campania, -12 in Emilia-Romagna e -7 in Veneto. Le cifre camerali mostrano anche un +4% di addetti nei primi 9 mesi, con saldi positivi nelle principali regioni, con l’eccezione di Veneto (-1,4%) ed Emilia-Romagna (-0,9%). La Toscana, con 27.392 addetti (+3%), si conferma la prima regione per occupati, col 53,6% del totale nazionale settoriale. 

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